Politica fiscale espansiva e restrittiva

La politica fiscale è l’insieme degli interventi di politica economica che permettono al policy maker di influenzare la domanda aggregata e di ottenere effetti sul reddito di equilibrio tramite le variazioni ad esempio della spesa pubblica o dell’imposizione fiscale.

I policy maker sono i politici e burocrati che, in vari ambiti istituzionali, con diverse competenze e responsabilità, prendono decisioni che modificano ciò che si può o è conveniente fare. In breve, con le loro decisioni, o non decisioni, determinano i nostri comportamenti e i risultati che da essi conseguono. Dunque, modificando il nostro benessere.

Che cosa si intende per politica fiscale?

La politica fiscale quindi è costituita dall’insieme delle scelte inerenti le entrate e le spese del settore pubblico.

Le entrate e le uscite del settore pubblico sono definite, in tutti i contesti istituzionali, dal bilancio dello stato o bilancio pubblico. Il bilancio dello Stato (italiano, ma non solo) svolge, in generale, tre funzioni:

  1. dà una rappresentazione delle risorse disponibili (funzione informativa);
  2. è strumento per adonare decisioni politiche (funione allocativa);
  3. è strumento per la gestione delle risorse (funzione esecutiva).

Il livello desiderato dal policy maker viene raggiunto attraverso variazioni della spesa pubblica e del gettito fiscale.

In macroeconomia, il livello di spesa viene descritto dalla domanda aggregata. Nel modello più usato, il rapporto reddito-spesa si calcola attraverso la formula: Y = C + I + G + (X – IM).

Per quanto riguarda gli elementi che compongono le entrate del bilancio dello stato questi sono costituiti da 4 categorie o, in termini tecnici, da quattro titoli: entrate tributarie, entrate extra-tributarie, l’alienazione di beni patrimoniali e la riscossione di crediti e infine l’accensione di prestiti. Per quanto riguarda le uscite queste sono definite da tre titoli: le spese correnti, le spese in conto capitale, il rimborso di prestiti precedentemente ottenuti.

Il rapporto fra la somma delle entrate dei titoli (entrate tributarie, entrate extra-tributarie) e il PIL dà il cosiddetto indice di incidenza fiscale. Abbiamo due tipologie di politica fiscale: espansiva o restrittiva.

Politica fiscale espansiva e restrittiva

Per meglio analizzare gli effetti della politica fiscale espansiva sarebbe bene utilizzare: o un grafico IS-LM o ancora meglio IS-LM-BP dove si potrà verificare cosa succede ad esempio in un mercato con capitali mobili o poco mobili,in un regime a cambi fissi o flessibili.

Una politica fiscale espansiva può essere effettuata tramite un incremento del livello della spesa pubblica G o dei trasferimenti TR o una riduzione (incremento) dell’aliquota di imposta sul reddito t.

REGIME A CAMBI FISSI

Prendiamo in considerazione il caso della PF espansiva ed i due casi in cui i capitali siano mobili o poco mobili.
Capitali mobili. Una politica fiscale espansiva fa spostare a destra la curva IS. Il punto di equilibrio si sposta. Quest’ultimo però è un punto di squilibrio di saldo positivo della BP. La Banca Centrale interviene comprando moneta estera in modo da colmare il vuoto di domanda, questo intervento fa spostare a destra la curva LM. In questo caso la politica fiscale espansiva è efficace.

Capitali poco mobili. La Politica fiscale espansiva sposta a destra la curva IS creando il punto B che in questo caso è uno squilibrio di segno negativo. La risposta della BC pertanto sarà quella di offrire moneta estera in modo da colmare il vuoto di offerta. La curva LM si sposterà a sinistra fino al punto C. In questo caso la PF è stata comunque efficace ma in maniera più attenuata.

REGIME A CAMBI FLESSIBILI

Capitali Mobili. La Politica Fiscale fa spostare a destra la curva IS passando il punto di equilibrio da A a B. In B si è in attivo nella bilancia dei pagamenti quindi la IS viene spostata verso sinistra e la BP verso l’alto. Il Punto di equilibrio finale è dunque il punto C per arrivare al quale si verifica un effetto di ritorno negativo. Tuttavia la PF risulta efficace lo stesso in quanto C si trova più a destra di A.

La PF fa spostare a destra la curva IS, ma n questo caso il punto B è un punto di squilibrio passivo della BP. Ciò provoca un deprezzamento della moneta e dunque la IS e la BP si spostano ancora a destra. Il punto di equilibrio finale, il punto C è sospinto ancora più a destra.

Una politica fiscale restrittiva consiste nella diminuzione (restrizione) degli interventi pubblici a sostegno della domanda aggregata.
A parità di condizioni, l’intervento restrittivo della politica fiscale riduce il reddito (Y) ed i tassi di interesse (i). I paesi non hanno più bisogno di mettere sul mercato titoli di Stato per raccogliere i fondi necessari per finanziare la spesa pubblica. Si riduce l’offerta di titoli pubblici sul mercato, liberando fondi per le esigenze di investimento privato. La minore domanda di moneta spinge i tassi di interesse verso il basso per aumentare gli investimenti privati ​​(I).

Generalmente gli obiettivi della politica fiscale restrittiva sono il controllo dell’inflazione dei prezzi dovuto a un’eccessiva domanda interna, la riduzione del debito pubblico e del deficit di bilancio. Nel modello IS-LM la politica fiscale restrittiva sposta verso sinistra la curva IS.

Tipologie di politica fiscale

Lo spiazzamento degli investimenti privati. Gli effetti positivi sul reddito di una politica fiscale espansiva sono ridimensionati dall’effetto di spiazzamento (crowding-out) degli investimenti privati.

La rigidità della spesa pubblica. La spesa pubblica è uno strumento di politica economica molto rigido a causa della difficoltà di organizzare e strutturare la spesa per beni e servizi reali. La spesa pubblica avrà effetti reali solo dopo pochi anni.

Pressione fiscale. Se la politica fiscale è finanziata aumentando la pressione fiscale sul reddito dei contribuenti, la politica fiscale avrà anche un effetto restrittivo sulla domanda aggregata perché la pressione fiscale aumenterà. L’aumento delle tasse riduce il reddito disponibile degli agenti economici privati ​​(famiglie e imprese), frenando i consumi privati ​​e la domanda di investimenti.

L’incertezza incide sugli investimenti privati. I tagli alle tasse aumentano più di tutti i consumi delle famiglie. Incerto è invece l’impatto sugli investimenti delle imprese, che dipendono anche dalle aspettative di medio/lungo termine di imprenditori e investitori.

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