A distanza di oltre 2 anni dallo scoppio della pandemia e dalla necessità di introdurre il lavoro agile, si sta ancora discutendo su quali siano i pro e i contro dello smart working.
Il fenomeno si è diffuso nella maggior parte delle aziende private e le pubbliche amministrazioni italiane. Quella che inizialmente era un’esigenza dettata dalle misure restrittive introdotte a causa della pandemia da Covid-19, oggi è diventata una realtà consolidata.
Per il momento la possibilità per le aziende di accedere allo smart working è stato prorogato al 31 agosto 2022. Inoltre, per i datori di lavoro che operano nel settore privato vi è la possibilità di ricorrere al cosiddetto lavoro agile senza bisogno di stipulare un accordo con i lavoratori.
Si tratta sicuramente di un nuovo modo di lavorare che per alcuni ha rappresentato una vera e propria svolta. Invece, per altri è e deve rimanere solo un’esigenza fine a sé stessa.
È recente la notizia che uno dei più grandi imprenditori al mondo, il patron di Tesla Elon Musk, ha definito inaccettabile il lavoro da remoto, puntando il dito soprattutto contro i manager dell’azienda automobilistica.
Secondo il visionario statunitense di origini canadesi, chi ha intenzione di lavorare da remoto deve garantire la presenza in ufficio di almeno 40 ore a settimana. L’alternativa? Lasciare l’azienda.
L’email che Musk ha inviato ai propri manager ha fatto il giro del web e delle televisioni, portando alla ribalta delle cronache l’interrogativo sui pro e i contro di questo nuovo modo di vivere il lavoro.
Cos’è lo smart working
Lo smart working è inteso dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali come una modalità di rapporto di lavoro eseguito con l’assenza di vincoli di orari e di spazi. Secondo le normative previste dall’Italia, il rapporto di lavoro agile deve essere stabilito tramite un accordo tra dipendente e datore di lavoro. Mediante il quale, avviene l’organizzazione dell’attività lavorativa.
Grazie a questa nuova possibilità, il lavoratore riesce ad organizzare al meglio la propria vita privata e il lavoro. Si tratta di una nuova visione del lavoro, che comporta anche una crescita della produttività.
Da un punto di vista normativo lo smart working è stato definito e disciplinato dalla Legge del 22 maggio 2017, numero 81, nell’articolo 18, comma 1, in cui si legge che il cd Lavoro agile “è un modo per incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
In particolare la normativa dello smartworking definisce:
“il lavoro agile quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva”.
Da questa definizione ne conviene che lo smart working è inteso come un’opportunità per il lavoratore di organizzare in maniera più flessibile tutte le parti della sua vita. Inoltre, è anche stabilita la volontarietà delle parti che stipulano l’accordo individuale.
Per offrire un ulteriore chiarimento sul concetto di smart working, è intervenuto l’esperto Emanuele Madini, HR Transformation, che sottolinea:
“Lo smart working è un modello organizzativo che interviene nel rapporto tra individuo e azienda. Propone autonomia nelle modalità di lavoro a fronte del raggiungimento dei risultati e presuppone il ripensamento “intelligente” delle modalità con cui si svolgono le attività lavorative anche all’interno degli spazi aziendali, rimuovendo vincoli e modelli inadeguati legati a concetti di postazione fissa, open space e ufficio singolo che mal si sposano con i principi di personalizzazione, flessibilità e virtualità”.
Vantaggi dello smart working
Lo smart working rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere il rapporto di lavoro subordinato e non solo. Questa modalità di lavoro da casa ha permesso, durante la crisi sanitaria causata dal Covid-19, a milioni di lavoratori di continuare ad essere produttivi, senza rinunciare alla propria sicurezza.
Nel corso di questi due anni, il lavoro agile è stato rivisitato. Ad oggi, infatti, gli smart worker possono lavorare da qualsiasi luogo al di fuori della propria azienda o del proprio ufficio. Inoltre, questa categoria di lavoratori dispongono di un orario di lavoro flessibile, riuscendo così a conciliare l’attività lavorativa con gli impegni privati.
I lavoratori che hanno l’opportunità di lavorare in smart working beneficiano di vantaggi che riguardano sia gli orari che gli spazi.
In particolare, questa categoria di lavoratori:
- non sostengono i costi relativi al trasferimento casa-lavoro e lavoro-casa. Questo aspetto si traduce in minori spesa per il dipendente e un minor inquinamento;
- beneficiano di un risparmio relativo ai tempi di viaggio, che possono essere utilizzati per organizzare la propria vita familiare e privata;
- maggiore comfort;
- maggiore tempo da dedicare a sé stessi, ai propri hobby e alla famiglia.
In sostanza, i vantaggi che derivano dal lavoro agile riguardano un risparmio in termini economici, di emissioni inquinanti e di tempo.
I contro dello smart working
Gli aspetti negativi che caratterizzano il lavoro agile riguardano:
- la necessità di organizzare una postazione di lavoro da casa;
- essere dotati di tutte le tecnologie, che servono a svolgere in maniera efficiente il proprio lavoro (pc, tablet, smartphone, stampante, etc.);
- maggior consumo di acqua, energia elettrica e gas (per il riscaldamento e il raffrescamento);
- alienamento, con una minore difficoltà a riuscire a separare la vita professionale da quella privata;
- maggior numero di ore dedicate al lavoro.
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