Da quando il processo penale è cambiato, ha mutato la sua portata e il suo iter, molte sono state le figure professionali messe in risalto per arricchire e rendere quanto più precisa e veritiera possibile la sentenza processuale. Tra queste nuove attività utili ed interessanti non si può non citare quella delle perizia calligrafica, divenuta a dir poco fondamentale per molti casi palesati all’attenzione dei giudici. Vediamo qualcosa in più in merito all’argomento.
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Perizia calligrafica: cos’è
Si parla di perizia calligrafica per intendere un esame che viene effettuato su un documento, ad esempio su un testamento, per accertare che esso sia autentico. L’esigenza di analizzare secondo tali metodologie i documenti nasce per creare un dossier probatorio valido a 360 gradi durante i processi penali (la consulenza può essere chiesta infatti anche dagli avvocati delle parti oltre che d’ufficio dal giudice).
Da qualche anno a questa parte, la perizia calligrafica è diventata il punto cardine di molte indagini, sui più disparati reati. Forse perché essa consente di fare luce sulla veridicità dei documenti che possono ribaltare l’esito del processo penale. E infatti a volte diventa determinante per la risoluzione dei vari casi.
Come si pone in essere una perizia calligrafica
Come avuto modo di anticipare l’uso della perizia calligrafica può essere davvero disperato. C’è chi chiede l’intervento del consulente per stabilire qualche info in più su una lettera anonima; o ancora se si vuole stabilire la fonte di un documento. O ancora nel caso dei processi per impugnazioni testamentarie, serve per capire se il documento sia stato redatto davvero dal testatore.
Il professionista che effettua questo esame si chiama grafologo ( o perito grafologo). Tuttavia grazie alle moderne e tecnologiche metodologie analitiche, anche un analista forense documentale, o un esperto forense di grafia, può esprimersi in merito alla questione.
Un’altra tipica situazione in cui può essere utile porre in essere la perizia calligrafica è quella che nel gergo giuridico si chiama reato da colletto bianco. Più precisamente in caso di frode, falsificazione documentale, furto di identità e contraffazione, la perizia calligrafica può fare la differenza.
Gli standard ASTM per stilare una perizia
Per eseguire una perizia calligrafica, i periti sono obbligati a rispettare gli standard di riferimento, stabiliti dall’art, acronimo di American Society for Testing and Materials International (ASTM). Ecco quali sono questi standard ASTM:
- Accertamento dell’origine e della genuinità del documento, attraverso esami che possano mettere in evidenza possibili falsificazioni, o alterazioni;
- Identificazione di possibili persone responsabili dell’alterazioni di cui al punto uno;
- Identificazione della sorgente di scrittura, attraverso l’eliminazione delle parti superflue;
- Elaborazione di una relazione valida ai fini processuali.
Ovviamente nei vari step si perfezionano passi ulteriori che l’esperto di volta in volta deve valutare se vuole stabilire davvero l’autore del documento posto alla sua attenzione.
Gli strumenti di analisi
Per elaborare come si deve la relazione peritale, il professionista deve analizzare validi strumenti di valutazione. Ad esempio la cifratura, la scrittura a mano o quella a macchina (per macchina si intende fax, PC, getto d’inchiostro e similari). Altro strumento di valutazione può fare capo ad etichette, timbri, marcatori di prezzo. Stesso vale per i processi di stampa su file, cancellature, obliterazioni e così via.
Se arrivato a questo punto ti starai domandando se la perizia calligrafica possa o meno sbagliare. Per gli esperti quando dei documenti hanno degli elementi combacianti tra loro o quantomeno corrispondenti in alcuni punti, possono essere considerati provenienti da fonti comuni. Ovviamente bisogna esser in grado di poterne escludere l’occorrenza a pura coincidenza.