Prima di procedere alla rottamazione di un veicolo è sempre buona norma accertarsi che non sia gravato da fermo amministrativo.
Per sincerarsene, bisogna rivolgersi all’Unità Territoriale Aci – Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e, indicando la targa del veicolo, richiedere una visura dello stesso. In alternativa, si può optare per i siti che erogano tale servizio online.
Il fermo amministrativo è una sanzione che può essere ascritta a un veicolo in conseguenza di stato di morosità del suo proprietario nei confronti di Enti creditori, come l’Agenzia delle Entrate, Inps, Comune, etc.
In pratica, il contribuente moroso riceve una cartella esattoriale dal concessionario dei tributi: tale documento contiene l’esposizione degli estremi dello stato debitorio e l’intimazione di pagamento entro 60 giorni della somma dovuta.
Trascorso tale lasso di tempo senza che i debiti siano stati pagati, l’Agenzia delle Entrate, o altri enti creditori, procede all’invio dell’ingiunzione di pagamento del debito, pena il blocco di beni mobili registrati di proprietà del debitore. Dopo 30 giorni, se tale ingiunzione viene ignorata si consolida in fermo amministrativo del veicolo.
Il veicolo gravato da tale sanzione deve sottostare al divieto di circolazione e in caso di trasgressione sono previste la confisca della vettura, multa da 770 a 3.086 euro e sospensione della patente da uno a tre mesi.
Oltre al divieto di circolazione, il fermo amministrativo vieta la vendita, la rottamazione e il trasferimento all’estero del veicolo
Si può rottamare un auto con fermo amministrativo?
Tenendo presente che il fermo amministrativo impedisce la radiazione al PRA, e quindi la demolizione del veicolo, si può rottamare un auto con fermo amministrativo solo nei seguenti due casi:
- Pagando le somme dovute all’Ente Creditore
- Con la Dichiarazione di inutilizzabilità
Come rottamare un’auto con fermo amministrativo
In primis, è possibile procedere alla rottamazione affrettandosi a pagare il debito in stato di morosità. Così facendo, dopo 20 giorni dal pagamento il proprietario del veicolo potrà ricevere i documenti necessari che gli permetteranno di ottenere la radiazione del veicolo al PRA e, quindi, poter procedere alla sua demolizione. Tra l’altro, il contribuente volenteroso di pagare il suo debito può ottenere la sospensione del fermo amministrativo pattuendo una rateizzazione della somma dovuta. Per la precisione, la sospensione si può ottenere dopo il pagamento della prima rata, mentre la cancellazione del fermo avviene dopo il pagamento della somma completa.
In secundis, un veicolo è rottamabile, nonostante il fermo amministrativo, nel caso in cui risulti totalmente inutilizzabile, a causa di danni irreparabili riportati a seguito di incidente o incendio, oppure in quanto non più rispondente ai nuovi criteri di emissione di CO2. D’altronde, è naturale che il proprietario di un auto iscritta a fermo amministrativo, incidentata in modo irreparabile, possa avere voglia di liberarsene per non dover continuare a sostenere oneri, come il bollo auto e assicurazione.
In questo caso, ci si deve rivolgere all’Autorità competente del Comune in cui si trova il veicolo, per fare la domanda di rottamazione del veicolo su cui è disposto il fermo amministrativo.
Tale richiesta presuppone la presentazione di documentazione specifica, a cui si deve accludere il nominativo dell’Impresa che si occuperà della demolizione.
A seguito della suddetta domanda, l’Autorità competente, ovvero la Polizia municipale, nominerà un tecnico autorizzato a effettuare il controllo dello stato della carrozzeria, degli pneumatici, del motore, dell’impianto elettrico e di quant’altro sia necessario per redigere l’attestazione dello stato del veicolo. Nel caso in cui il tecnico rilasci la Dichiarazione di inutilizzabiltà del veicolo, l’Impresa di rottamazione potrà ottenere presentando tale attestato la radiazione al PRA, e quindi procedere alla demolizione.
Quanto costa demolire un auto con fermo amministrativo?
I costi, in tal caso, sono decisamente più consistenti, e non solo per quanto è dovuto al Centro Demolizioni. Il costo più oneroso è da attribuire alle sanzioni da versare per la cancellazione del fermo amministrativo iscritto al PRA. D’altro canto, tutte le imprese che si occupano della demolizione delle auto, prima di eseguire il proprio lavoro, fanno richiesta di visure per accertarsi che i veicoli non siano gravati da fermo.
Oltre alle sanzioni sopra citate, il costo della demolizione, presso gli appositi Centri, consta di:
- 6 euro per la richiesta di visura. La visura, come già scritto sopra, viene eseguita di routine. In taluni casi, i Centri possono applicare delle commissioni, e quindi far lievitare il costo a 10 euro;
- 13,50 euro per emolumenti ACI;
- 32,00 euro per l’imposta di bollo. Tale onere può essere aumentato a 48 euro se non si dispone di Certificato di Proprietà del veicolo, ma solo del foglio complementare;
- 36,80 euro per la cancellazione al PRA. Tale costo può diventare 51,30 euro, per la stessa ragione testé descritta in merito all’imposta di bollo;
Nel caso in cui l’auto non sia più idonea alla messa in moto, ai costi sopra elencati si deve aggiungere quello del trasporto della stessa fino al Centro demolizioni. Da tener presente che taluni Centri, entro una certa distanza, eseguono il trasporto gratuitamente.
Una volta consegnato il veicolo al Centro demolizione, bisogna farsi rilasciare il Certificato di rottamazione. Il possesso di tale documento mette al riparo da ogni responsabilità, nel caso in cui terzi facciano uso del veicolo circolando con esso illecitamente.
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