Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è il valore dei beni e servizi finali prodotti da un sistema economico in un dato periodo di tempo. Vi sono due modi di esprimere il PIL: PIL nominale (a prezzi correnti) e PIL reale (a prezzi costanti).
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Perché 2 modi di calcolare il PIL?
Senza il PIL reale, sarebbe difficile capire solo dal PIL nominale se la produzione è effettivamente in espansione o solo un fattore di aumento dei prezzi unitari nell’economia.
Il PIL (o prodotto interno lordo) è il valore di tutto quello che produce un paese. Il PIL tiene conto solo dei beni e servizi di nuova produzione prodotti all’interno dei confini di un paese, quindi non considera i beni e servizi prodotti da cittadini all’estero, ma include la produzione di stranieri all’interno del paese.
Ad oggi il PIL, nonostante le spesso giuste critiche, rappresenta una grandezza molto importante per valutare lo stato di salute di un’economia, sebbene non comprenda alcuni elementi fondamentali per valutare il livello di benessere: le quantità di risorse impiegate (lavoro e capitale) aumentano e la produttività (efficienza) dei fattori impiegati migliora.
Ma fluttua quando l’economia è colpita da: shock di offerta (ad es. aumento del prezzo del petrolio); shock di domanda (ad es. aumento delle imposte, riduzione della spesa pubblica); shock ai mercati finanziari e contrazione del credito.
Le recessioni più recenti sono riferibili agli anni: 1981-83, 1992-93, 2007-09, 2011-14.
La misurazione del PIL è molto complessa. Ci sono tre metodi per il suo calcolo che, in teoria, dovrebbero dare gli stessi risultati, anche se questo non accade a causa delle approssimazioni. Questi sono i 3 metodi per il calcolo del PIL:
- Metodo della spesa: il metodo della spesa consiste nel misurare il PIL sommando le spese sostenute per gli acquisti dei beni e servizi. La spesa di un paese è suddivisa in quattro gruppi:i consumi, gli investimenti, gli acquisti pubblici e le esportazioni nette (Al netto delle importazioni).
- Metodo del reddito: il metodo del reddito si basa sul concetto che la produzione di un paese genera un reddito di eguale valore. Quindi per ottenere il PIL si sommano tutti i tipi di reddito: da lavoro, da capitale, ammortamenti, imposte indirette nette, redditi netti di stranieri.
- Metodo della produzione: il metodo della produzione (utilizzato in Italia dall’ISTAT), si basa sulla somma del valore aggiunto dalla produzione di beni e servizi sul valore dei beni intermedi. Per ogni impresa si calcola quindi la differenza tra il valore della merce prodotta e le spese sostenute per l’acquisto dei beni intermedi.
In simboli, il PIL viene quindi rappresentato come Y = C + I + G + X.
Come si calcola il PIL reale
Se per calcolare il valore dei beni e servizi finali si utilizzano i prezzi di mercato in vigore nel periodo considerato, ovvero i prezzi correnti, il valore complessivo dei beni e servizi finali così ottenuto è il PIL nominale.
Ad esempio, supponiamo che un paese abbia prodotto 500 paia di occhiali nel 2000, al prezzo di 100 euro, e 600 paia degli stessi occhiali nel 2004, al prezzo di 120 euro. Il PIL nominale nel 2000 sarà pari a 500 × 100 = 50.000 euro, mentre il PIL nominale nel 2004 sarà pari a 600 × 120 = 72.000 euro.
Rispetto ai prezzi del 2000, il PIL reale sarà pari al PIL nominale nell’anno base (2000), mentre nel 2004 sarà pari a 600 × 100 = 60.000 euro.
Come abbiamo visto, la crescita del PIL nominale in un periodo di tempo può essere dovuta a un aumento del prezzo o della quantità prodotta; al contrario, la crescita del PIL reale è ovviamente interamente dovuta alle variazioni della produzione.
Che cos’è il PIL reale
Per comprendere le vere dinamiche dell’economia, ovvero come cambia nel tempo la quantità di produzione di tutti i beni e servizi, è sufficiente imporre prezzi sempre uguali nel tempo. In questo caso, la variazione di valore associata ai beni e servizi prodotti indica semplicemente una variazione della quantità prodotta e riflette quindi le effettive dinamiche dell’economia.
Il valore del PIL a prezzi costanti è il PIL reale. La scelta del prezzo (quale anno) da utilizzare è in parte arbitraria.
Supponiamo di scegliere i prezzi effettivi per un periodo t0, chiamato “anno base”. Il PIL calcolato applicando i prezzi dell’anno base t0 alla produzione di beni e servizi finali per un periodo è il PIL reale del periodo t, anno base t0.
Pertanto, il PIL reale nell’anno base t0 è dato dalla somma p(t0) * q(t).
Il deflatore del PIL è una misura del livello dei prezzi ottenuto dividendo il PIL nominale per il PIL reale. Ovviamente, se si considera il valore del PIL nell’anno base, è uguale a 1, che rappresenta la variazione di un insieme di prezzi ogni due anni.
La variazione di prezzo data dal deflatore assegna l’importanza dello stesso bene nel PIL a vari beni. Per altri scopi, nel calcolo dell’indice di inflazione vengono utilizzati pesi diversi. Ad esempio, l’indice dei prezzi al consumo si basa su un insieme di beni che costituiscono la spesa media dei consumatori e calcola le variazioni dei loro prezzi.
Conclusione
Abbiamo visto quindi due metodi di calcolo principali, quindi il PIL reale viene privilegiato rispetto al PIL nominale, facilitando il confronto tra diversi esercizi finanziari. D’altra parte, il PIL nominale offre una prospettiva migliore per confrontare diverse economie ai livelli di prezzo attuali.