Sebbene utilizzati spesso come sinonimi, il termine denuncia e il termine querela rappresentano due pratiche differenti. La distinzione, seppur sottile esiste, e per quanto servano entrambe ad informare le autorità su un reato, si distinguono per forma e contenuto così come stabilisce la legge.
Che differenza c’è tra denuncia e querela
Come anticipato, sia denuncia che querela vengono impiegate per dare comunicazione alle forze dell’ordine circa l’eventuale manifestazione di un reato.
- La denuncia è una comunicazione presentata ai carabinieri o alla polizia per informare le autorità di un fatto che il soggetto ha subito, a cui ha assistito o di cui si è a conoscenza. Da ciò ne consegue che sporge denuncia anche chi non è stata vittima di reato. Non a caso, i reati per i quali si sporge denuncia sono definiti procedibili d’ufficio, nel senso che le forze dell’ordine possono esperire le indagini anche spontaneamente. Non ci sono termini o tempistiche da rispettare per sporgere denuncia.
- La querela è un atto facoltativo, usato per reati minori, che viene presentato esclusivamente dalla vittima del reato (o nel caso dei minori, dai genitori). Un tipico caso di querela è rappresentato dalla diffamazione: qualunque sia il caso, solo chi subisce l’offesa può chiedere che il fatto venga perseguito. Si hanno tre mesi a disposizione prima che non si possa più dare informazioni alle autorità del compimento o della scoperta del fatto. Appare evidente che la querela venga sempre rimessa per volontà della persona lesa e non è mai obbligatoria, al contrario della denuncia.
Denuncia e querela: tutte le differenze
Abbiamo appena anticipato che la denuncia viene usata per casi molto più gravi perseguibili d’ufficio, rispetto alla querela. La denuncia viene spinta in caso di minacce gravi, minacce a mano armata, maltrattamenti in famiglia o violenza privata. Si sporge denuncia anche nel caso di estorsione, furto a mano armata, lesioni personali gravi, lesioni personali con prognosi maggiore di 20mfioeni. Si presenta altrettanto denuncia nel caso caso omicidio, di stalking o di violenza sessuale ai danni di minori o soggetti incapaci.
La vittima, o comunque il soggetto leso che ne abbia interesse, presenta querela, in assenza della quale non è possibile perseguire e punire il reo. Sono sottoposti a querela reati come percosse, lesioni personali lievi, minacce, molestie, stalking, stupro e furto semplice.
Termini per denuncia e querela
La denuncia, dal momento che coinvolge reati gravi perseguibili d’ufficio, non ha una prescrizione o non è soggetta a termini precisi. Questo in quanto essa viene presentata I caso di gravità di fatti che per la legge non hanno dei limiti temporali.
Viceversa, in caso di querela, come del resto prevede l’art. 124 c. 1 del codice penale, le autorità possono essere informati solo entro 90 giorni da quando la vittima è stata coinvolta nel fatto considerato reato. Questo termine subisce una proroga fino a 6 mesi nel caso in cui la querela debba essere sporta per i reati contro libertà personale (si pensi allo stalking o ai casi di revenge porn divenuti purtroppo più comuni negli ultimi tempi). Qualora inoltre la vittima dovesse morire, viene a mancare anche il diritto a querelare, a meno che la querela non venga presentata prima del decesso, in quel caso l’iter continua a fare il suo decorso.
Se ti stai chiedendo se querela e denuncia si possono ritirare, sappi che essendo ambedue degli atti facoltativi, l’ordinamento italiano ne consente il ritiro. Tuttavia tale consenso vale per la querela e non per la denuncia. La querela si ritira per remissione o per rinuncia.
- Remissione della querela: la remissione risulta essere irrevocabile e non è limitata da termini o da condizioni particolari.
- Rinuncia delle querela: nel caso di rinuncia, è la persona a dire no a far valere il proprio diritto di querela. Esprime infatti la propria volontà a non voler perseguire colui che ha commesso il reato di cui è stata vittima. Non si può revocare e vale per tutti coloro responsabili di reato.