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Una sintesi di informazioni per chi voglia diventare avvocato
E’ una professione che esiste da secoli e ancora oggi l’avvocato è un mestiere svolto da moltissimi professionisti, oltre 310 mila, con una media nazionale di circa 5 avvocati per ogni 1000 abitanti. Del resto negli ultimi 25 anni il numero di avvocati nel nostro Paese è cresciuto di oltre il 150% (secondo il Censis solo tra il 1995 e il 2017 la crescita è stata del 192%) e la carriera negli studi legali, associati o meno, continua ad esercitare un grande fascino verso le nuove generazioni, con tanti nuovi iscritti alle facoltà di Giurisprudenza ogni anno.
Il merito di tanto successo è probabilmente da ricercare nel prestigio del ruolo, sebbene non sia più paragonabile a quello di decenni fa, ma anche nelle prospettive di stabilità economica offerte dalla professione, in realtà anch’esse diventate meno rosee di un tempo per via dell’aumento della concorrenza (secondo uno studio del Censis il reddito anno medio di un avvocato uomo ammonta a 38.437 euro, circa il doppio delle colleghe).
Ad ogni modo, i ragazzi che sognano di guadagnarsi da vivere offrendo consulenza legale e battendosi in tribunale per tutelare gli interessi dei propri clienti sono davvero tanti, e ovviamente si chiedono se siano in grado di affrontare le numerose sfide che l’abilitazione a una professione del genere richiede:
- Quanti anni servono per diventare avvocato?
- Quanto guadagna un avvocato?
- Quanto è difficile l’esame di abilitazione?
Queste sono solo alcune delle domande che girano nella mente di chi si domanda come si diventa avvocato, perciò vediamo quali sono le informazioni più importanti su questa strada formativa e lavorativa.
Il percorso di studi per diventare avvocato
Il liceo frequentato, classico, scientifico o altro, non conta un granché, ma all’università l’unica strada è quella che passa per la laurea in giurisprudenza.
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Se vi piace leggere per ore, in questo percorso di studi non resterete mai a secco di pagine, per diventare avvocati ci sono infatti tanti libri (alcuni imponenti, altri meno) che vi accompagneranno per tutti i 5 anni di studio previsti. Il voto finale della laurea non influisce in alcun modo sulla successiva abilitazione.
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Il tirocinio legale
Presa la laurea, è il momento della transizione verso la vita professionale vera e propria, attraverso un periodo di praticantato presso uno studio legale e sotto la supervisione di un avvocato iscritto all’albo da almeno 5 anni, il cosiddetto dominus.
Il tirocinio presso lo studio dura 18 mesi e richiede la partecipazione ad almeno 20 udienze per semestre (dimostrabili attraverso le presenze registrate nel verbale). Durante il primo semestre il praticante non può ricevere retribuzione alcuna, ma al massimo un rimborso spese, mentre successivamente a questo periodo può ottenere un compenso proporzionale al suo effettivo contributo professionale.
Il tirocinante può, parallelamente alla pratica forense, svolgere un lavoro subordinato pubblico o privato, a patto però che tale impegno non comprometta la sua assidua e preferibilmente quotidiana presenza nello studio legale dove svolge la pratica, che comunque non può essere inferiore alle 15 ore settimanali.
In alternativa, il tirocinante può:
- sostituire i 18 mesi del tirocinio iscrivendosi e frequentando una scuola di specializzazione per 12 mesi;
- svolgere 12 mesi di praticantato presso l’Avvocatura dello Stato e fare solo i restanti 6 presso un avvocato.
In tutto questo, infine, l’aspirante avvocato deve anche trovare il tempo di seguire i corsi di aggiornamento professionale obbligatori, gli stessi che seguono anche gli avvocati abilitati.
Dopo aver svolto almeno un anno di pratica, il tirocinante può richiedere ed ottenere l’abilitazione al patrocinio, che gli consente di difendere il cliente (senza la presenza del dominus) solo in alcuni casi specifici:
- Nelle cause di competenza del giudice di pace;
- Nelle cause in cui è presente un solo magistrato nella funzione decisoria (composizione monocratica);
- Nelle cause, anche se relative a beni immobili, che non abbiano valore superiore a lire cinquanta milioni;
- Nelle cause per le azioni possessorie, salvo il disposto dell’articolo 704 del codice di procedura civile, e per le denunce di nuova opera e di danno temuto, salvo il disposto dell’articolo 688, secondo comma, del codice di procedura civile;
- Nelle cause relative a rapporti di locazione e di comodato di immobili urbani e a quelle di affitto di azienda, in quanto non siano di competenza delle sezioni specializzate agrarie.
L’ultimo elemento di questa lunga serie di requisiti per diventare avvocato consiste, per il tirocinante, nell’affiancare alla pratica forense un corso di formazione da 160 ore (distribuite nell’arco dei 18 mesi di tirocinio) presso una università, una scuola o associazione forense riconosciuta dai Consigli dell’ordine, al termine del quale dovrà sostenere una verifica finale, elemento necessario per concludere il tirocinio e quindi iscriversi all’esame di Stato.
L’esame di abilitazione professionale
Finito il tirocinio è il momento di affrontare l’esame di Stato, l’ultimo step per diventare avvocati. Si tratta di una prova molto complessa, che però può essere ripetuta senza limiti di tentativi e per la quale non esistono requisiti di età.
L’esame consiste in 3 prove scritte aventi ad oggetto:
- un parere in materia di diritto civile;
- un parere in materia di diritto penale;
- la redazione di un atto processuale;
e una prova orale conclusiva, con domande estratte da un database centrale e unico per tutto il territorio, alla quale però si può accedere solo in caso si sia ottenuta almeno la sufficienza in tutte e tre le prove scritte.
Superata anche la prova orale si è pronti per l’esercizio effettivo della professione, che il neo avvocato può intraprendere ufficialmente non prima di essersi occupato degli ultimi adempimenti, puramente formali e burocratici:
- Prestare giuramento
- Iscrizione all’Ordine degli Avvocati
- Iscrizione alla Cassa di Previdenza degli Avvocati
Conclusione
Come abbiamo visto, diventare avvocato significa affrontare un percorso lungo ed impegnativo, al termine del quale si apre una carriera stimolante da libero professionista che può esercitare da solo o in associazione, potenzialmente redditizia ma anche resa sempre più difficile dalla crescente concorrenza nel settore.
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