Il termine ciclo economico, in economia, indica l’alternanza delle fasi di crescita e decrescita di un’attività economica. Può essere utilizzato per studiare l’andamento oscillatorio di un Paese, di gruppi di paesi, di una o più aziende. È di importanza fondamentale sia per gli economisti, poiché grazie ad esso possono effettuare puntuali analisi e previsioni, sia per gli imprenditori, che guidati dai dati in esso presenti hanno la possibilità di anticipare l’andamento delle proprie attività e gestirle al meglio.
Il ciclo economico consente pertanto di effettuare scelte corrette e profittevoli, pianificando nel modo migliore possibile le operazioni e strategia economiche. In particolare, il ciclo economico si compone di quattro fasi, che si alternano nel corso del tempo:
- l’espansione (o crescita)
- la recessione (o decrescita)
- la depressione
- il recupero (o ripresa)
Identificare la fase del ciclo economico che un’attività sta attraversando è utile per comprendere quali possibili o probabili sviluppi vi saranno nel breve e medio periodo, quindi permette di agire di conseguenza.
Le fasi del ciclo economico possono definirsi cicliche, ricorrenti e ognuna di esse è caratterizzata da specifici elementi, i quali possono generare picchi sia positivi sia negativi nello sviluppo di un’attività.
Secondo i maggiori studi di settore l’alternarsi delle fasi del ciclo economico avviene con una certa regolarità e, per averne chiara visione, può facilmente essere riportato su un grafico. I picchi dei valori e le conseguenti inversioni di tendenza (in crescita o decrescita) identificano il momento in cui avviene il passaggio da una fase all’altra.
Vediamo allora quali sono le specifiche caratteristiche di ciascuna fase e in che modo lo studio delle stesse può apportare un fondamentale aiuto nella gestione economica di un’impresa o un’attività economica in generale.
Cos’è un ciclo economico?
Il ciclo economico è l’andamento oscillatorio di una tendenza, o trend, attinente a un’attività economica. Viene idealmente suddiviso in quattro fasi, due ascendenti e due discendenti. Le fasi ascendenti sono l’espansione e la ripresa, le fasi discendenti vengono denominate recessione e depressione.
Espansione: è la fase in cui si verifica l’incremento di alcuni fattori economici e tra questi possono essere menzionati la produzione, il pil, i profitti, la domanda e l’offerta, l’occupazione e i salari. L’attività economica può dirsi fiorente in quanto la produzione aumenta esponenzialmente, l’affidabilità dei richiedenti di prestiti viene giudicata elevata e, di conseguenza, gli erogatori dei prestiti sono più propensi ad investire. Il picco della fase di espansione si verifica nel momento in cui il tasso di crescita raggiunge il suo limite massimo: profitti e produzione sono elevati, ma non crescono ulteriormente e, al contempo, si verifica una progressiva diminuzione della domanda. L’aumento dei prezzi, infatti, induce sempre più consumatori ad uscire dal mercato.
Raggiunto il picco della fase di espansione, la tendenza si inverte e si entra nella fase di recessione. L’inversione del trend può dirsi confermata quando i fattori economici (produzione, prezzi, profitti, investimenti, ecc.) iniziano a diminuire e proseguono con costanza in questa direzione. Nel momento in cui le imprese non identificano immediatamente l’inizio della fase di recessione, non adeguano i prezzi alle nuove necessità del mercato e, se questo ritardo di protrae nel tempo, rischiano di incorrere in ingenti perdite. In questa fase bisogna evitare ulteriori investimenti, frenare le assunzioni e limitare l’acquisto di nuovi macchinari. Tutto ciò porta ad una progressiva diminuzione della produzione.
La recessione porta alla fase di depressione, che può essere considerata la più pericolosa per l’attività economica. Se non affrontata adeguatamente si rischia il fallimento. In questo momento, infatti, il livello di produttività raggiunge il suo picco minimo, i debitori faticano a far fronte ai propri debiti e gli investitori si rifiutano di erogare ulteriori prestiti.
Il punto di svolta delle fasi di recessione e depressione è identificato nella fase di recupero (o ripresa). Qui si registra una nuova inversione di tendenza, positiva, nella quale cessano i licenziamenti e riprendono le assunzioni, la produttività inizia nuovamente a crescere e la domanda è nuovamente in crescita. Non prevedendo un ulteriore calo dei prezzi, infatti, le imprese iniziano nuovamente ad investire, anche se in misura limitata. La fase di recupero, pertanto, genera un nuovo incremento dei fattori produttivi che, nel tempo, porta nuovamente alla fase di espansione. In questo momento un primo ciclo economico viene completato e ne inizia un secondo.
Quanto dura un ciclo economico?
Il ciclo economico non ha una durata predefinita, seppure gli studi di settore hanno stilato alcune interessanti statistiche.
È infatti possibile individuare del cicli economici brevi che durano in media 40 mesi e non sempre includono la fase di depressione.
I cicli economici medi durano mediamente dagli 8 ai 10 anni e includono diversi momenti di espansione e recessione, giungendo talvolta anche alla depressione. Possono essere definiti come un susseguirsi di cicli economici brevi.
Vi sono infine i cicli economici lunghi, che possono durare fino a 50 o 60 anni. In questi ultimi le fasi hanno durata molto lunga, predominano le espansioni, mentre le recessioni sono leggere e non hanno un impatto significativo sull’attività nel suo complesso. Se nel corso dei cicli economici lunghi si raggiunge la fase di depressione, tuttavia, quest’ultima sarà lenta e difficile da superare. Generalmente i cicli economici lunghi sono quelli che interessano le attività imprenditoriali di scala globale e interessano l’andamento economico di uno o più Paesi.