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Come funziona il credito d’imposta per le carte di credito?
Come tutti sappiamo, uno dei tanti obiettivi dell’attuale Governo in carica è la lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Per raggiungere questo risultato sono stati introdotti alcuni strumenti che hanno il doppio scopo di combattere il fenomeno e di aumentare le entrate nelle casse dello Stato.
Il Governo Conte bis parla di misure che prevedono l’aumento dei controlli ai fini della verifica dell’evasione IVA e atti a contrastare il lavoro in nero, di sistemi di digitalizzazione e tracciabilità del denaro, che portano, ad esempio, alla fatturazione e allo scontrino elettronico fino ad arrivare ad incentivi per tutti coloro che accettano pagamenti con bancomat e carte.
A seguire, ci focalizzeremo proprio su quest’ultimo aspetto della manovra, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 ottobre 2019, che si stima porterà ad un aumento del 20% dei pagamenti tracciabili già dal primo anno di decorrenza.
Cos’è il credito d’imposta del 30% sulle commissioni?
Si tratta dell’estensione del modello già sperimentato per i benzinai e consiste in una forma di agevolazione fiscale sottoforma di credito d’imposta del 30% sui costi di commissione relativi ad ogni singola transazione effettuata con una carta di pagamento elettronico (carte di credito, bancomat o carte di debito).
L’importo sarà calcolato su tutti i beni e i servizi ceduti esclusivamente al consumatore finale e potrà essere utilizzato secondo le regole del meccanismo di compensazione, ovvero
- Con decorrenza a partire dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa;
- Indicandolo sia nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito sia nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.
Infine, gli istituti bancari che mettono a disposizione i sistemi di pagamento POS hanno l’onere di trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni necessarie per effettuare i dovuti accertamenti attraverso il confronto tra gli importi di credito richiesti e gli importi di credito effettivamente maturati dai beneficiari.
L’agevolazione ha un duplice obiettivo:
- quello di premiare esercenti, imprese e professionisti che si sono adoperati per la tracciabilità dei pagamenti attraverso una soluzione fiscale finalizzata all’abbattimento dei costi;
- quello di evitare che, ad un aumento degli stessi costi di gestione dei terminali, corrisponda il ricarico sui consumatori attraverso un aumento dei prezzi finali.
Destinatari ed entrata in vigore del credito d’imposta
I destinatari del credito d’imposta al 30% sono tutti i titolari di partita iva che esercitano attività di impresa, arte o professione, di piccole e medie dimensioni, e che nel periodo d’imposta precedente all’entrata in vigore del provvedimento hanno conseguito ricavi per un massimo di 400.000 euro.
Per sapere, quindi, se si rientra nella categoria di imprenditori e liberi professionisti che possono beneficiare dell’agevolazione suddetta, è necessario fare riferimento al fatturato relativo all’anno 2019.
Infine, l’agevolazione sottoforma di credito d’imposta al 30% entrerà in vigore il 1° luglio 2020, data in cui diventerà obbligatorio essere dotati di terminali POS e saranno effettive le sanzioni per tutti coloro che non accetteranno pagamenti con carte di credito, carte di debito e bancomat.
Oggi l’offerta di carte di pagamento è davvero vasta
Oggi l’offerta sul mercato di carte di pagamento è davvero ampia. A questo si aggiunge il fatto, decisamente importante, che molte di queste sono completamente gratuite (senza commissioni per i pagamenti o canoni mensili). Tra queste ricordiamo N26 della omonima banca tedesca oppure la italiana HYPE emessa da Banca Sella.
Con una consultazione veloce sui principali comparatori online (ad esempio Facile) oppure su siti specializzati come CercaCarte.com è possibile analizzare caratteristiche e funzionalità per scegliere la carta adatta alle proprie esigenze. In tal senso il consiglio, oggi, è quello di affidarsi alle cosiddette carte conto una evoluzione delle tradizionali prepagate.
Si tratta, infatti, di carte con caratteristiche da prepagata ma con collegato un IBAN e codici BIC/SWIFT che consente sia bonifici in entrata che ulteriori funzionalità come pagamento di bollettini o spese ricorrenti.
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