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La domanda è lecita, soprattutto quando i beni di prima necessità sono gli unici a poter essere garantiti: scopriamo quali sono!
L’emergenza Covid ha portato con sé una serie di limitazioni che hanno interessato anche il settore commerciale, ma non i beni di prima necessità. Nella lista delle merci che sono state prodotte e commercializzate anche durante la crisi sanitaria che ha causato il lockdown, ci sono sia articoli alimentari che prodotti di uso comune.
L’elenco è piuttosto lungo e riguarda beni appartenenti a categorie merceologiche completamente distanti tra loro. Prima di dare uno sguardo alla lista, è doveroso definire il concetto di “beni di prima necessità”.
Rientrano in questa categoria di articoli, tutti quei prodotti indispensabili per ogni cittadino e che non possono essere sostituiti con un altro bene.
Beni di prima necessità: quali e quanti sono?
Le disposizioni impartite dal Presidente del Consiglio – Giuseppe Conte – durante la chiusura totale del Paese, sono sempre state accompagnate da una rassicurazione che garantiva la vendita e, quindi, il diritto all’acquisto dei beni di prima necessità.
Con queste poche parole si fa riferimento ad un’ampia gamma di prodotti che appartengono a differenti categorie merceologiche. Nello specifico:
- prodotti alimentari (cibi e bevande);
- farmaci, prodotti medicinali e ortopedici;
- quotidiani e ticket per usufruire dei mezzi di trasporto;
- combustibile per uso domestico (es. legna o pellet);
- carburante;
- prodotti per l’igiene personale e per la pulizia domestica;
- articoli per l’illuminazione e manutenzione della casa;
- prodotti per la cura e l’igiene degli animali;
- ricariche e schede telefoniche.
Dando uno sguardo alla lista è possibile notare che sono considerati generi di prima necessità tutti quei prodotti senza i quali non sarebbe possibile svolgere, in modo dignitoso, la propria esistenza. È chiaro che il benessere e il progresso tecnologico hanno fatto aumentare notevolmente l’elenco delle merci considerate indispensabili. Basti pensare che fino a qualche decennio fa i prodotti di telefonia non rientravano in questa lista e che, quasi 30/40 anni fa, neanche il cibo per animali era considerato un bene primario.
Le sigarette sono un bene di prima necessità?
La produzione e la vendita di tabacchi in Italia è bollata con il Monopolio di Stato, per questo motivo anche le sigarette sono da considerarsi un bene di prima necessità. I danni provocati dal fumo, sia attivo che passivo, sono stati dimostrati da numerosi studi, tuttavia l’interesse economico padroneggia su tutto e tutti. Così i fumatori, anche durate la quarantena, hanno potuto ingannare il tempo grazie alle loro “amiche” sigarette.
Inutile a dirsi, tutto ciò ha generato un aspro dibattito da parte di chi (i non fumatori) riteneva sbagliato includere le sigarette nella lista dei beni di prima necessità. La polemica si è conclusa con un nulla di fatto, con piena soddisfazione da parte dei fumatori.
I servizi di prima necessità: quali e quanti sono?
Se è vero che esistono beni di prima necessità che vanno sempre garantiti, è altrettanto vero che ci sono servizi indispensabili che devono essere ugualmente tutelati.
Ci stiamo riferendo ai servizi di cui usufruisce ogni cittadino, ovvero:
- servizi bancari e finanziari;
- servizi assicurativi;
- uffici postali;
- centri per l’impiego;
- uffici comunali e regionali;
- servizio di lavanderia e tintoria;
- pompe funebri.
Durante l’emergenza Covid, per evitare e prevenire la diffusione del virus, la maggior parte di questi uffici ha modificato il modo di lavorare, accogliendo i clienti su appuntamento. Inoltre, nel periodo del lockdown è stato possibile usufruire dei servizi di prima necessità evitando, laddove possibile, di recarsi fisicamente negli uffici, ovvero ricevendo la prestazione online.
La chiara individuazione dei beni di prima necessità è stata fondamentale per le attività commerciali, perché ha permesso di comprendere quali fossero gli esercizi che potevano continuare ad offrire il proprio servizio anche durante la quarantena.
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Non ho capito come devo fare la domanda per il buono spesa
Con gli soldi ricevuti sulla tessera sanitaria dal comune di Perugia volevo comprare un completo per il letto è un guanciale, però la responsabile di Coop Triangolo di San Sisto Perugia mi ha detto che non sono beni di prima necessità. Voglio vivere anche io dignitosamente visto che 30 mesi non ho mai avuto un reddito. Grazie!!
I dolci sono un bene di prima necessità?