Quanto costa un ettaro di terreno agricolo?

Ritorno alla campagna, ecco quanto costa un ettaro di terreno agricolo

E’ uno dei fenomeni sviluppatisi negli ultimi anni, ed è sicuramente un dato che ci fa riflettere. Infatti, sono davvero molti i giovani e non più giovani (l’importante è che siano tutti under 40), ad approfittare del basso costo dei beni rurali e dei fondi in stato di abbandono (sembra costino a volte anche meno  di un caffè). Malgrado ciò che si può pensare, certo non sono molti i terreni agricoli, con costruzioni e non, ad essere svenduti a prezzi tanto vantaggiosi dallo Stato. Ma nonostante ciò, sicuramente si registra un ritorno alla campagna, alla terra e alle nostre origini. Complici i nuovi trend sull’alimentazione sostenibile e bio, ma non solo. Infatti, è chiaro che in campagna si può respirare aria buona e molto più salubre, e che spesso, i costi di generi alimentari ed affitti sono molto più bassi rispetto alla città.

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Ma se non si vuole aderire (o forse non si può), alle concessioni della Banca Delle Terre Agricole, una domanda resta: quanto costa un ettaro di terreno agricolo? Quanto può venire a costare rimettere a nuovo una vecchia cascina, o una villetta in disuso, in aperta campagna? Le risposte potranno sorprendervi.

Le vecchie stime economiche circa il valore terra

Un metodo antico per la capitalizzazione, ma che può essere considerato piuttosto valido, è quello che veniva utilizzato dai nostri nonni, per il calcolo del bene terra. Si tratta quindi di un terreno agricolo, atto alla coltivazione, e alla vita di campagna. Ovviamente, prima di tutto si deve segnalare che ci sono terreni e terreni, e che questo dipende chiaramente dalle zone in cui sono collocati, dalle zone montane, aride e dalle coltivazioni difficili, alle aree pianeggianti, fino ai dolci dossi collinari.

Il valore di una terra  agricola era così calcolato: si partiva dalla PLV, ossia dalla produzione lorda vendibile, dal raccolto quindi del terreno in questione, che potrà essere realmente venduto. Da questo, dovranno essere decurtate le spese, e si otterrà il beneficio fondiario, che deve essere capitalizzato a seconda in base ad alcuni dati: la  zona in cui il terreno si trova, ma anche a seconda delle oscillazioni del mercato, e del momento storico. Quindi, i tassi di capitalizzazione sono spesso variabili. Ma ci sono stati dei cambiamenti in questo senso.

Nuovi metodi di capitalizzazione agraria, il VAM

Nel 1971, grazie alla legge 865 all’art.16, vengono instaurati i Valori Agricoli Medi. Ormai, come si può ben comprendere, il loro impiego è ben consolidato, da oltre quarant’anni di legislazione in merito. Ma che cosa sono questi VAM? Si tratta appunto di valori medi  che vengono deliberati al 31 Gennaio di ogni anno, dalla Commissione Provinciale, e che quindi variano da una regione all’altra, sulla base non solo quindi, della collocazione geografica del terreno agricolo, ma anche della sua posizione regionale.  Ma anche le colture fanno la differenza, specie se un campo ospita vigne, ancora di più se si tratta di uve pregiate, e questo è solo un esempio. E pure molte altre piantagioni, dai pomodorini datterini campani alle squisite mele della Val di Non, possono aumentare il valore del bene terra, e ciò non deve sorprendere.

In linea di massima, il Presidente della Confeuro Rocco Tiso, si è espresso in merito del valore generale di un terreno agricolo, asserendo che la media si aggira intorno alle 20 mila euro all’ettaro. Si parte infatti  da un minimo di 9800 euro di un terreno in una zona montana, per arrivare fino alle 32.2000 euro, per le più fertili terre di pianura. Ma tutti, sappiamo bene che esistono terreni agricoli che possono valere anche un milione di euro. Di sicuro, tutti valgono molto più di un caffè.

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